Mario Satta
Una Sardegna nazione che punta all'indipendenza per gradi. Partendo dalla dichiarazione di sovranità. Mario Satta, 40 anni, farmacista, è il primo sindaco indipendentista eletto da Irs. DAL NOSTRO INVIATO LORENZO PAOLINI
PERFUGAS Indipendentismo in camice bianco. Pomeriggio invernale, vento freddo come sa esserlo in Anglona, nessuno in strada. Nel retrobottega della farmacia del paese, il computer è acceso e collegato con Youtube. Né gli U2 né Obama, riflettori su un'unica star: Gavino Sale da Banari e i suoi interventi sull'eolico. «Guardavo e riguardavo, mi convinceva tutto, forma e sostanza».
I progetti rivoluzionari nascono anche così: nella semioscurità, fra una tachipirina e un antibiotico, senza clangori di tromba. Prova provata a memoria futura: sei mesi dopo, nel palazzo comunale che ha un uscio di legno istoriato a forma di libro, il farmacista curioso è il primo sindaco indipendentista della storia. Prodigio di Irs, il partito delle sorprese, indipendentisti premiati dalle urne, gli unici che sanno portare in piazza una gioventù non banale né irreggimentata. Mario Satta, 40 anni, si tira le maniche ancora più su: «Ho preso il 63 per cento, evidentemente la prospettiva ha convinto».
LA RIVOLUZIONE GARBATA Due militanti a caso: il medesimo Sale, uno che ha il talento della comunicazione nascosto fra i peli (tantissimi) della faccia. O Bettina Pitzurra, leader di Abba libera, che unisce cultura e sagacia in limba. Ma anche il dirigente di Irs medio, problematico e geniale. Satta è fatto di pasta del tutto diversa. Di sé dice anzitutto: «Sono una persona tranquilla, educata, civile, che ha rispetto per gli altri». Non ha una storia movimentista manco a scavare con la ruspa. Per dire, viene difficile immaginarlo violare il giardino di villa Berlusconi, oppure armarsi per piccone per tirar fuori un giacimento segreto di scorie a Porto Torres o fare cordone umano contro i rifiuti in arrivo da Napoli. Lui smentisce: «Finché non c'è violenza, io sono della partita. Queste azioni sono strumenti che aiutano a non passare inosservati. Il fine è far sentire la voce dei sardi e bisogna trovare dei modi per avvicinarsi alla massa». Per vestire i panni dell'indipendentista doc, gli mancano molte credenziali standard. Per dire: al Governo provvisorio, un locale di Irs che ha fatto storia, dove scorrevano ettolitri di birra eccellente a prezzo politico mentre i rettori delle università tenevano dibattiti, non ci ha mai messo piede. «La mia scelta indipendentista è recente. Alcuni amici mi hanno invitato a partecipare a serate di approfondimento, così è nata la passione».
EUROPA IN FESTA « Primero alcalde Irs ». La galassia indipendentista ha legami stretti, contatti assidui. Così quando la notizia è diventata ufficiale, dai Paesi baschi come dalla Scozia e dalla Catalogna, sono piovuti migliaia di messaggi. Satta è intimidito: «Non avevo idea dell'interesse, né capivo quanto fosse considerato rivoluzionario il risultato». Nato a Sassari, a Perfugas dal '73 dopo che il padre si era aggiudicato la farmacia, ha una storia di solida borghesia. Nonno concessionario delle esattorie dell'Isola e alto dirigente democristiano, si è diplomato all'Agrario del paese (sessanta sessantesimi), poi la laurea in Farmacia, sposato, due figli. «A livello nazionale trovavo difficile collocarmi. La lista civica con cui ho vinto vede insieme persone di centrosinistra e di centrodestra». I punti cardinali della nuova fede politica li ha comunque mandati a memoria. «Penso alla battaglia contro l'eolico, quello delle multinazionali che piantano le pale qui ma il fatturato lo portano altrove. O la lotta contro le servitù militari, ci rubano il territorio e noi paghiamo con le leucemie in crescita». Operativamente, ha iniziato ad adoperarsi per una raccolta di firme contro Equitalia: «In un momento di crisi come questo, vanno bloccate le ingiunzioni per almeno due anni».
ANGLONA FELIX Chissà se gli brillavano gli occhi. Gavino Muraglia, 92 anni, è l'indipendentista più vecchio del paese. Rassegnato all'idea di un sogno che andava a morire, poi di colpo entusiasta: un gruppo di giovani aveva voglia di riprendere a parlare di Sardegna nazione. Detto fatto: gli ha offerto gratis una sede, basta che non s'arrendano. I dibattiti sono diventati più frequenti e mica una cosa per iniziati: venti attivisti, una sessantina di sostenitori, centinaia di curiosi. Juanne Deperu, 29 anni, maglietta nera dei Ramones, laureando con una tesi di antropologia culturale, è il coordinatore di Irs: «Perfugas ha apprezzato ma anche il resto del territorio ci ha sostenuto». Hanno iniziato a parlare di beni culturali, del pozzo sacro al centro del paese (un caso unico). Di acqua, mattatoio. Di pane e di rose. Di problemi palpitanti («perché gli allevatori devono andare fino a Sedini, a Tula, per far macellare il bestiame?») e di ideali. Un annetto di lavoro, poi alle amministrative hanno sparato il colpo: bersaglio centrato, un capolavoro di tempismo politico. Il paese, 2500 abitanti, un'eccellente piscina comunale, centro storico decoroso e ristrutturato, evidentemente era pronto: «Era come se i temi cari a Irs fossero già nostri». Per dire: è della precedente amministrazione la guerra contro Abbanoa e oggi Perfugas fa parte della pattuglia sparuta dei Comuni ribelli, quelli che non vogliono finire nel carrozzone regionale e vogliono gestire l'acqua da sé.
LABORATORIO L'indipendenza, lo stato Sardegna? Non è dietro l'angolo, eppure con i binocoli qualcosa si vede. Satta non è uomo da proclami di guerra ma sa mettere i puntini sulle i. «Alle cose si arriva per gradi, niente è impossibile. Chi avrebbe creduto, prima, che Irs avrebbe avuto un sindaco? Invece si poteva fare e ce ne saranno altri». Perciò preannuncia giornate di studio, convegni. Scintille. «Bisognerà iniziare con la dichiarazione di sovranità, puntare alla situazione della Scozia. Le condizioni ci sono tutte: confini certi, propria lingua, indipendenza energetica ed economica». Magari un referendum, un evento a sancire il sogno dell'autonomia. A due passi scorre il Coghinas: non sarà il dio Po, ma farebbe la sua porca figura.
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